Alberto Zavatta - LEADERSHIP: INTUIZIONE, ETICA E BEHAVIOR (Il Sole 24 Ore - Primo Non Comandare)

Leadership: intuizione, etica e behavior.

LEADERSHIP: INTUIZIONE, ETICA E BEHAVIOR.

di Alberto Zavatta

Oggi più che mai, parlare di leadership significa entrare in un territorio in cui etica e comportamento – behavior – sono dimensioni fondative. La riflessione non può essere condotta in modo univoco: nel senso che non sarebbe attuale né sostenibile parlare di un modello unico di leadership di riferimento.

 

Modelli e Cultura 

Un modello occidentale di leadership, quale che sia, può non funzionare efficacemente nei paesi in via di sviluppo. Ugualmente, la leadership assume una configurazione profondamente diversa se osservata in una multinazionale a Chicago o in un gruppo di giovani donne afghane che cercano di affermare primariamente una identità di genere, tale da sdoganare poi una potenzialità di “leadership al femminile”. Cito l’Afghanistan per la mia esperienza diretta sui temi di International Development, ma sappiamo che la materia attiene a innumerevoli altri contesti.

Non trascurabili, infine, sono tutti i casi in cui il leader acquisisce fattezze frutto di imitazione di modelli culturali profondamente diversi da quelli del paese in cui agisce. Chi guida deve tenere in necessaria considerazione il contesto culturale in cui è immerso, evitando di nuocere alla comunità e di tradire il significato profondo della leadership stessa: guidance come funzione etica preposta a presiedere ad una crescita collettiva, consapevole e attenta ai bisogni delle nuove generazioni. Leadership è responsabilità nel fare bene, per lasciare a chi verrà poi (è il tema della “legacy”).

 

Ascolto e adattività

Abbiamo costruito nell’immaginario collettivo un concetto di leadership basato su quello che definirei un pregiudizio supponente: il leader è necessariamente un vincente. Abbiamo così fatto coincidere “leadership” con una dimensione egoica e auto-riferita di un individuo capace di assommare in sé una serie di elementi simbolici esteriori spendibili presso il pubblico. Ma questa dimensione è destinata a divenire obsoleta.

Personalmente, scorgo le caratteristiche della leadership oggi in “un individuo in ascolto”. Da una condizione di partenza in cui il leader aspira ad attuare ogni strategia possibile per consolidare potere e notorietà (someone “to be known”), si transita progressivamente alla costruzione di una relazione di reciprocità, di serio lavoro e di fiducia con la propria audience (someone “to be trusted”). Il vero leader assimila, impara, recepisce e muta in modo adattivo rispetto al contesto di riferimento e all’input che da esso proviene.

Il leader assurge, così, a dimensione individuale capace di interpretare il cambiamento e di riversare nella collettività un messaggio, un comportamento, un approccio (al pensiero o al fare) accessibile ai più. Ritengo non si possa parlare di leadership laddove questa non diventi un “bene partecipato” da una collegialità di individui. Il leader non è più solo voce per sé, ma è voce che racconta la storia di molti. Il leader non è più “estraneo da noi”, ma lo riconosciamo perché parte della nostra identità.

 

Osservazione e conoscenza autentica

La leadership si forma grazie alla capacità di saper dialogare e di ritrovare il contatto con una dimensione interiore spesso perduta. Siamo protagonisti di un processo evolutivo dove la nostra razionalità è stata resa, gradualmente, sempre più distante dall’emozione. Il progressivo distacco, e il conseguente non dialogo, tra la parte razionale e la parte emozionale-sensoriale ha condotto ad una compressione della sfera creativa.

È capace di leadership (e ne è anche tutore) chi ha il talento dell’osservazione, dell’elaborazione critica e della ridefinizione di processi e percorsi pur consolidati dall’uso o dalla certezza dell’abitudine. Il leader promuove una dinamica originale e unica in cui il pensiero e l’agire si alimentano di parole, immagini, segni, combinazioni, associazioni, suoni, odori, gusti.

La sfera sensoriale delle molteplici manifestazioni dell’esistenza può essere compresa solo ed esclusivamente se si ristabilisce appieno la stretta relazione tra la dimensione razionale ed emozionale. Il vero potere sta quindi nell’intuizione.

Pensiamo alla figura del leader nelle civiltà del passato, quelle che portano con sé una componente ancestrale cui noi tuttora apparteniamo, sebbene appaia oggi dimenticata. Il leader è il saggio. Il saggio è colui che conosce. Eppure, la conoscenza in quanto tale si pone già su un piano minore rispetto alla saggezza. Nella società contemporanea, la conoscenza è stata sostituita dai dati. Dati che sono spesso frammentari: offrono informazioni, ma non offrono necessariamente risposte. E le risposte, pur offerte, talora non sono sufficientemente critiche (nell’accezione del “giudizio”) al punto di saper generare saggezza.

Occorre, quindi, sapersi riconnettere.

 

Inner-self e intimità

Usciamo, per un attimo, dal linguaggio oramai quotidiano dove il termine “connessione” ha assunto una prevalente sfumatura tecnologica, tornando a riappropriarci del significato originario.  Il nostro inner-self recupera la forma del dialogo con l’inner-self di chi è “altro da noi”. Certo, questo avviene anche attraverso la tecnologia, ma non solo attraverso di essa. Leadership è recupero di un linguaggio perduto che tocca un piano di “intimità” verso l’altro e che parla di “fiducia”.

Possiamo così sovvertire positivamente la credenza per cui il leader è il vincente per antonomasia. Da questa nuova prospettiva di osservazione, leader è chi, avendo nutrito nel tempo una autentica dimensione empatica, arriva a gestire anche la sconfitta. Solo una presa di coscienza sincera forma la leadership di domani: persone capaci di condurre la vera trasformazione e di tenere sempre vivo il senso dello stupore.

 

Credits

L’articolo “LEADERSHIP: INTUIZIONE, ETICA E BEHAVIOR.” di Alberto Zavatta ha contribuito alla redazione del manuale edito dal Sole 24 Ore “[Primo] non comandare”, di Pierangelo Soldavini, Francesco Pagano e Natalia Borri, in edicola con il Quotidiano a partire da sabato 22 maggio.

Il libro condensa opinioni e idee raccolte nel viaggio di Ceo Confidential, un progetto multimediale sfociato in una serie di 45 videointerviste sul sole24ore.com in cui sono stati intervistate le voci più fresche e distintive del nostro tempo – amministratori delegati, startupper e personalità dall’Italia e dall’estero, che nelle imprese e nelle organizzazioni stanno portando il cambiamento nelle sue diverse componenti: sostenibilità, leadership, trasformazione digitale e new tech.

https://www.ilsole24ore.com/art/i-10-comandamenti-ceo-futuro-partono-primo-piu-semplice-non-comandare-AEJkZjK

 

About Alberto

Founder of the Milan-based agency Alberto Zavatta – Inspiring the next you. Alberto Zavatta is an expert of strategic corporate communication, branding, total identity, emotional marketing, packaging design. Most importantly, Mr Zavatta has gained international experience over the years. His portfolio includes global communication projects for major multinationals and national companies. His experience includes all levels of strategic communications and branding. Style, creativity and Italian essence encounter passionate vision, cosmopolitan touch and global culture.